Gioco d’azzardo: Consulta antiusura, nel riordino “questioni irrinunciabili” riguardano “riduzione macchine, distribuzione sale, fasce orarie, pubblicità e casinò”

“Alcune questioni irrinunziabili concernenti la riduzione delle macchine, la distribuzione delle sale, le fasce orarie, le attrazioni pubblicitarie degli esercizi e i casinò”. Sono state poste in evidenza dal presidente della Consulta nazionale antiusura Giovanni Paolo II, mons. Alberto D’Urso, riguardo all’ennesima “bozza” non ancora approvata sul riordino dell’offerta di azzardo presentata giovedì scorso, 4 maggio, dal Governo alla Conferenza unificata Stato-Regioni, in un documento inviato al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e al presidente dell’Anci nazionale e sindaco di Bari, Antonio Decaro. Il documento testimonia l’attenzione sul problema da parte della Consulta nazionale antiusura, che si è dotata di un Cartello “Insieme contro l’Azzardo”. Per la Consulta l’azzardo è “una piaga, che continua a generare disastrose conseguenze sociali (economiche e di salute) che non può essere ulteriormente trascurata”.
“Siamo disponibili – scrive mons. Alberto D’Urso – a studiare una proposta congiunta con (o per) la Conferenza unificata (compresa l’Anci) in cui la voce della società civile sia veramente ascoltata. Mi auguro che prossimamente non ci sia alcuna ratifica della proposta del Governo e in generale di nessuna proposta che non sia stata condivisa dalle organizzazioni maggiormente rappresentative”.

Entrando nel dettaglio, per la Consulta antiusura, “alla riduzione delle ‘macchine’ deve corrispondere un’effettiva riduzione del ‘consumo’, facendo funzionare più lentamente le slot machine; vietando esplicitamente il consumo di alcolici ovunque e impedendo l’istallazione di aspiratori per il fumo; allontanando le sale dai luoghi più densamente abitati”. Inoltre, “il criterio della distribuzione delle sale ‘in proporzione al numero, alla densità e alla composizione anagrafica della popolazione di ciascuna Regione e/o aree omogenee’ è inaccettabile”, perché “è un criterio commerciale e di marketing, mentre la distribuzione deve essere improntata alla riduzione della nocività”. Per di più, “va introdotto anche come criterio limitativo l’indice di disoccupazione della popolazione e l’indice di criminalità”. Rispetto alle fasce orarie, occorre “eliminare qualsiasi contingentamento del numero di ore: ogni Comune è in grado di valutare – e quindi è obbligato a motivare i criteri – quanto deve durare la franchigia oraria e come va distribuita nell’arco della giornata. Ed è inaccettabile che le interruzioni orarie siano le stesse per ogni luogo”. La bozza Baretta parla poi di “eliminazione di immagini eccessive che inducano al gioco”, ma servono, invece, “un divieto di pubblicità e di richiami attrattivi di qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo e un divieto di esposizione, dentro e fuori i locali, di notizie o richiami su vincite avvenute nell’esercizio”. Infine, secondo la Consulta, nella bozza c’è “un ‘dettaglio’ molto pericoloso e mai finora commentato: il rilancio dei casinò e l’aumento (implicito) del loro numero”.

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