Comunicazione: Rivoltella (Cremit Università Cattolica), “la partita si gioca tra tentazione del news-making e dovere della testimonianza per la verità”

“Per il professionista dell’informazione la partita si gioca tra la tentazione del news-making e il dovere della testimonianza per la verità”. Lo ha affermato ieri Pier Cesare Rivoltella, direttore del Cremit dell’Università Cattolica, nel corso della terza diretta del percorso di #incontriweca “Comunicare speranza e fiducia”. Parlando della “categoria della mediazione” Rivoltella ha rilevato che “da sempre i media non sono specchi trasparenti, ma specchi deformanti che la realtà contribuiscono a costruirla”. C’è poi “la mediazione dei media, che è il ruolo dell’educazione mediale. In questo consiste il lavoro dell’educatore rispetto alla produzione mediale”. Rivoltella ha anche evidenziato le “differenze ma anche le continuità tra vecchi e nuovi media”. “Entrambi – ha aggiunto – mediano la nostra idea della realtà, della storia e le interazioni con gli altri”. “Oggi, per un giornalista, il problema è la disintermediazione dei media. Questo perché le agenzie di informazione non sono più l’unica fonte: chiunque si trovi sul teatro degli eventi, abbia tra le mani un cellulare può condividere fotografie o video che in quel momento nessun giornalista presente potrebbe avere”. “Questa comunicazione – ha osservato – non è soltanto disintermediata o demediata, ma ancghe deprofessionalizzata”. Nel corso della riflessione di Rivoltella, disponibile in rete sul sito WeCa, si è riflettuto anche sull’educare il cittadino a un corretto rapporto con l’informazione, sviluppando il suo senso critico e la propria responsabilità. Il prossimo appuntamento, dei cinque in calendario, è in programma mercoledì 17 maggio, alle 18.30, con Adriano Fabris sul tema “La comunicazione autentica”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia

Informativa sulla Privacy