Salute: card. Montenegro, “dobbiamo liberare il nostro tempo per metterlo a disposizione di malati e poveri”

(Bologna) – “Far venire all’altro il desiderio di vita, anche se lo conduciamo per mano verso quel traguardo che prima o poi toccheremo tutti. È questo il nostro servizio: dire agli altri ‘io voglio che tu viva’”. Lo ha affermato questa mattina il cardinale Francesco Montenegro, presidente della Commissione episcopale per il servizio della carità e la salute della Cei, nel corso della celebrazione eucaristica che, a Bologna, ha aperto la giornata conclusiva del XIX Convegno nazionale dei direttori degli uffici diocesani e degli operatori di Pastorale della salute. Nella sua omelia, il cardinale ha osservato che “non possiamo dare solo il nostro tempo libero ai poveri e ai malati ma dobbiamo liberare il nostro tempo per metterlo a disposizione di malati e poveri”. “Non si tratta di dare qualcosa a loro – ha ammonito – quello che conta nell’amore è che io dia me stesso a loro, perché l’amore si misura da quello che tolgo non da quello che do”. “Così il nostro servizio diventerà prezioso”, ha proseguito Montenegro, invitando i presenti “a sentire compassione per l’altro, a piangere con chi piange e a gioire con chi gioisce”. “Nel nostro operare non dobbiamo mai diventare ingessati, come il fratello maggiore nella parabola del Padre misericordioso, o indifferenti, come il sacerdote e il levita, o ancora presuntuosi, perché non è detto che noi siamo quelli della prima ora”, ha continuato il cardinale, auspicando che “i nostri gesti e il nostro servizio abbiano un sapore sacramentale perché in quei gesti e in quel servizio diventiamo la mano e la voce di Dio”. Concludendo la celebrazione, Montenegro ha voluto ribadire ai presenti “il mio grazie e quello dei vescovi italiani per il vostro servizio. Sentitevi in prima linea – ha concluso – perché davvero lo siete”.

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