Musica sacra: il 17 maggio a Roma un concerto in memoria del commissario Luigi Calabresi

“Da due anni sono sotto questa tempesta e non potete immaginare cosa ho passato e cosa sto passando. Se non fossi cristiano, se non credessi in Dio non so come potrei resistere”. La figura del commissario Luigi Calabresi, assassinato il 17 maggio 1972 a Milano, resta nelle memorie di tutti grazie alla sua fiducia nella giustizia e alla sua grande fede in Dio. Per questa ragione, nel 45° anniversario della sua morte, la Sacra Fraternitas Aurigarum, nella persona di don Ennio Innocenti, suo padre spirituale, ha organizzato un Concerto in sua memoria. L’appuntamento è per mercoledì 17 maggio, a Roma, presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli in Roma, dove a partire dalle ore 21 sarà eseguito – in prima assoluta e alla presenza di autorità civili e militari e degli studenti delle università e dei licei di Roma – un Oratorio drammatico, vocale e strumentale, diretto dal compositore e direttore d’orchestra Nicola Samale ed eseguito dal soprano Carla Mazzarella, dal mezzo soprano Natasha Todorova, dal tenore Vincenzo Sanso (che interpreterà il ruolo di Luigi Calabresi) e dal baritono Dario Ciotoli (che di volta in volta vestirà i panni di Papa Pio XII, di padre Virginio Rotondi, di San Giovanni Paolo II). Calabresi è stato proclamato servo di Dio dalla Chiesa cattolica, che lo considera martire per la giustizia e le cui qualità cristiane furono riconosciute da Papa Paolo VI il quale in un telegramma datato 20 maggio 1972 e inviato al cardinale Giovanni Colombo, al tempo arcivescovo di Milano, dichiarò l’assassinio come un’offesa a “ogni elementare ed umano senso di giustizia e di onore della civile convivenza”. San Giovanni Paolo II, invece, lo definisce “testimone del Vangelo e eroico difensore del bene comune”.

Nel 2007 don Ennio Innocenti ha avanzato per primo la richiesta di un provvedimento canonico di verifica delle virtù cristiane di Luigi Calabresi, dopo avere ottenuto il sostegno del cardinale Camillo Ruini. “La fama del suo eroismo cristiano – scrisse il porporato nel 30° anniversario della morte di Calabresi – lungi dall’appannarsi in questi trent’anni, si è estesa e si è consolidata con testimonianze, studi e ripetute argomentazioni di laici, di sacerdoti e di Vescovi. Nulla osta, pertanto, che venga proposto, secondo le regole, al Tribunale diocesano competente, l’esame canonico delle sue virtù, che già il Santo Padre Giovanni Paolo II indicava come esemplari”. Anche i cardinali Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, Fiorenzo Angelini, Angelo Comastri e Angelo Bagnasco hanno espresso la loro ammirazione per la persona del commissario Calabresi. La fede cristiana gli fu di conforto nel periodo in cui era sotto accusa per la morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli, tanto che il commissario confessò a Giampaolo Pansa: “Da due anni sto sotto questa tempesta e lei non può immaginare cosa ho passato e cosa sto passando. Se non fossi cristiano, se non credessi in Dio non so come potrei resistere”.

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