Via Crucis delle donne crocifisse: don Buonaiuto (Apg23), “guai a chi pensa che sia naturale e normale prostituirsi”

“Guai a chi pensa che sia naturale e normale prostituirsi. Noi diciamo che queste ragazze percorrono un calvario simile a quello di Cristo perché anche loro vengono picchiate e torturate, dopo essere derise, ingannate, tradite, vendute persino dai propri cari”. Spiega così al Sir il senso della Via Crucis per le donne crocifisse don Aldo Buonaiuto, sacerdote dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII (Apg23) e coordinatore dell’evento. L’iniziativa, promossa in collaborazione con la diocesi di Roma, è giunta alla terza edizione. Stasera il corteo si dipanerà nel quartiere della Garbatella, dove il fenomeno della prostituzione coatta è presente. “Siamo stati spinti a ripetere l’iniziativa – racconta Buonaiuto – per la crescita del fenomeno a causa della tratta vergognosa che parte dalla Nigeria e arriva in Italia, anche attraverso gli sbarchi. Ci sono le organizzazioni criminali, legate agli schiavisti italiani ed europei, che aspettano ogni giorno migliaia di ragazzine destinate alla prostituzione coatta”. Ma, avverte, “sulle nostre strade non ci sono solo nigeriane, ma anche ragazze dell’Est Europa”. Si stima siano tra le 75.000 e le 120.000 le vittime di tratta ai fini di prostituzione in Italia, più di 3.000.000 i clienti, per un giro d’affari di circa 90 milioni di euro. Il 65% opera in strada; il 37% delle vittime è tra i 13 e 17 anni. Il 36% viene dalla Nigeria, il 22% dalla Romania, il 10% dall’Albania, il 7% dalla Moldavia e il 16% dall’Ucraina, dalla Cina e dai Paesi dell’Est. Sono 7 le “stazioni” previste per rievocare i momenti salienti delle 14 “tradizionali”. “A ogni stazione della Via Crucis – illustra don Aldo – sentiremo la testimonianza diretta di ragazze che hanno vissuto sulla propria pelle la condizione di vera schiavitù”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia

Informativa sulla Privacy