“Tregua pasquale” per la questione del gasdotto Tap a San Basilio nell’agro di Melendugno (Lecce) dove fino a ieri centinaia di attivisti, guidati da molti sindaci della provincia hanno presidiato il cantiere della condotta di gas che, proveniente dall’Azerbaigian, dovrebbe approdare a San Foca. La richiesta di sospensiva avanzata dalla Regione Puglia per fermare lo scempio dell’espianto degli ulivi già avviato è stata accolta dal Tar del Lazio il cui presidente, Gabriella De Michele, ha fissato per il 19 aprile l’udienza dopo la quale si esprimerà nel merito. Per qualche giorno tutto si ferma e tirano un sospiro di sollievo le popolazioni del territorio. Ad esprimere soddisfazione al Sir è il sindaco di Melendugno, Marco Potì: “Di fatto il Tar del Lazio ha accolto quello che andiamo chiedendo da giorni, io, gli altri amministratori salentini che si sono uniti all’appello al presidente della Repubblica e molti altri esponenti politici: attendere cioè il chiarimento del quadro autorizzativo e la verifica di assoggettabilità a valutazione ambientale del progetto del tunnel prima di procedere con i lavori. Finalmente c’è un giudice che ha ascoltato le grida della nostra gente”. Il riferimento è a ciò che Potì indica come “la punta di un iceberg” che a suo parere, invece nasconde problematiche circa il rispetto di ambiente, salute dei cittadini, sicurezza ed economia di un territorio a vocazione turistica. “Anche il vescovo di Lecce – ricorda il sindaco – ha preso posizione nel merito dei fatti di questi giorni. Ha chiesto a Tap di sospendere i lavori di espianto dei primi duecento ulivi (in tutto, lungo il percorso, il progetto prevede lo sradicamento di circa diecimila piante ndr) ma soprattutto di ascoltare i territori interessati. E questa partecipazione della comunità diocesana locale alle vicende di Melendugno, la nostra gente l’ha apprezzata molto”.