Corruzione in sanità: insieme a sprechi è il 6% delle spese annue del Ssn. Inefficienze costano 13 miliardi

L’analisi dei piani anticorruzione di tutte le aziende sanitarie italiane condotta da Rissc – Centro ricerche studi e criminalità rivela che il 51,7% delle strutture non ha adottato piani anticorruzione adeguati. Le regioni con la qualità media dei piani più bassa sono Calabria e Puglia. Sulla base dell’analisi dei conti economici effettuata da Ispe Sanità si stima che circa il 6% delle spese correnti annue del Servizio sanitario nazionale siano riconducibili a sprechi e corruzione. Lo rivela l’indagine condotta dal Censis sulla percezione dei responsabili della prevenzione della corruzione di 136 strutture sanitarie nell’ambito del progetto Curiamo la corruzione coordinato da Transparency International Italia, in partnership con Censis, Ispe Sanità e Rissc, presentato questa mattina a Roma in occasione della seconda Giornata nazionale contro la corruzione in sanità. Il rischio di inefficienze, si legge nel rapporto, “è più alto nel caso di acquisto di servizi per le Asl e di acquisto di beni per le Aziende ospedaliere” e l’ammontare di queste potenziali inefficienze “è stimato in circa 13 miliardi di euro”.

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