Sviluppo: card. Turkson, serve “globalizzazione della fratellanza”

Oggi serve “una globalizzazione della fratellanza”, per “dare stabilità alla coesistenza pacifica di uomini e donne”. Ne è convinto il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, prefetto del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, intervenendo alla prima giornata della conferenza internazionale organizzata in Vaticano dal citato Dicastero sul tema: “Prospettive per il servizio dello sviluppo umano integrale a 50 anni dalla Populorum progressio”. In termini di sviluppo, ha spiegato il cardinale, “è fondamentale il ruolo della carità come forza motrice, mossa dal desiderio di rendere visibile Dio nel mondo di oggi”, attraverso la “responsabilità” e l’impegno per consentire a tutti di “vivere in condizioni più umane”. Quello del nuovo Dicastero voluto da Papa Francesco, che inaugura quest’anno la sua attività, vuole essere – ha precisato il prefetto – “un approccio olistico, a 360° allo sviluppo, verso i migranti, gli emarginati, le vittime dei conflitti, e dei disastri naturali”. “Un ponte tra il Vangelo e l’uomo di oggi”, la definizione usata da Turkson per descrivere il suo dicastero, “a servizio della Chiesa per l’evangelizzazione”, tramite “un’attenzione particolare a iniziative di carità, di diaconia in tutto il mondo”. “Tutti devono essere protagonisti del proprio cambiamento”, ha affermato il porporato, ricordando che “lo sviluppo non è veramente compiuto quando si applica soltanto ad alcune persone e non ad altre”. “La solidarietà richiesta da Papa Francesco – ha proseguito – richiede una nuova mentalità, che deve condurci a dare ai poveri ciò che appartiene a loro”.

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