Assemblea Azione cattolica: Paul Bhatti (ministro minoranze Pakistan), “fermare la violenza. Non possiamo accettare un dio di morte”

Paul Bhatti percepiva le minacce cui era esposto il fratello Shabbaz assassinato nel 2011, e ha più volte tentato di convincerlo a lasciare il Pakistan per andare a vivere in Italia o in Canada, ma Shabbaz ha sempre rifiutato dicendo che questo trasferimento avrebbe ucciso la sua fede. Lo racconta lo stesso Paul Bhatti, ministro per le minoranze del Pakistan, nel suo intervento alla XVI Assemblea nazionale dell’Azione cattolica in corso da questa sera a Roma sul tema “Fare nuove tutte le cose. Radicati nel futuro, custodi dell’essenziale” (Domus pacis, 28 aprile – 1° maggio). Bhatti, nominato presidente onorario dell’Assemblea, ricorda che per il fratello “il coinvolgimento di fonte alle aggressioni verso i più deboli non era un optional ma un dovere morale. Lui difendeva anche indù e musulmani, e si prendeva cura dei bambini”. Bhatti racconta di non avere voluto per anni ritornare in Pakistan, ma che il sacrificio del fratello lo ha convinto a rientrare nel Paese per proseguire il suo impegno. “Oggi – afferma – non possiamo accettare violenza, terrorismo, aggressioni giustificate in nome della religione. Non possiamo accettare un Dio di morte e dobbiamo a qualunque livello condannare con tutte le forze ogni atto di violenza”. Nel richiamare le parole sui giovani di Papa Francesco in Egitto, Bhatti conclude: “Occorre fermare questa guerra”.

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