Sviluppo: Giro, le “Afriche” cambiano, aggiornare lettura. Così è possibile capire migrazioni

(DIRE-SIR) “Dobbiamo aggiornare la nostra lettura dell’Africa, o, se volete, delle Afriche”. Così il vice-ministro degli Affari esteri Mario Giro è intervenuto oggi alla Farnesina in chiusura del convegno “Sixty years and beyond: contributing to development cooperation”. “Dobbiamo chiedere ai nostri partner africani di spiegarci più profondamente il cambiamento, perché c’è un cambiamento anche in Africa. Si pensi all’urbanizzazione, che noi europei abbiamo già vissuto, e che oggi ha raggiunto tutti gli altri continenti in maniera parossistica e cambiato la vita in comune” ha detto Giro. “Dal punto di vista antropologico, il giovane africano urbanizzato ha una vita diversa da quella dei propri genitori. Società tradizionali si dissolvono, solidarietà familiari entrano in crisi”. “Anche la privatizzazione dell’insegnamento secondario e universitario è un fenomeno difronte al quale interrogarci” prosegue Giro. “Che significa modello pubblico? E cosa significa rispetto alla sanità?”. In merito alle migrazioni, Giro evoca ancora il “cambiamento antropologico” che con la globalizzazione ha interessato anche la cultura africana, in particolare tra i giovani, ora più “intaprendenti”, ma anche più individualisti. Il vice-ministro ha sintetizzato il ragionamento che spesso sarebbe alla base della migrazione: “’Io devo fare da solo tutto quello che posso per riuscire a strappare almeno una briciola di quello che promette la globalizzazione”. Secondo il vice-ministro, “molto spesso i fenomeni migratori nascono da questa volontà“. “Non dalla povertà estrema, ma dalla ricerca di una condizione diversa” sottolinea ancora Giro: “Questo è quello di cui la nostra opinione pubblica non ha percezione esatta”. (www.dire.it)

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