Africa: Frigenti (Aics), Europa che dona è più influente. Risorse limitate, bisogna essere realistici

(DIRE-SIR) “L’Unione europea è il principale donatore dal punto di vista globale, e questo le dà la capacità di influenzare tantissime scelte in tantissimi Paesi su molti temi fondamentali ed è giusto essere qui sia per rivedere prospetticamente la storia di tutta questa agenda in seno all’Unione Europea, di come si è sviluppata e rafforzata, che dall’altra parta per vedere qual è il punto della situazione al momento, quali le prospettive e le strategie per il futuro”. Lo ha spiegato alla Dire Laura Frigenti, direttore dell’Agenzia italiana di Cooperazione allo sviluppo (Aics), discutendo di aiuti a margine della conferenza “Sixty years and beyond: contributing to development cooperation”, svoltasi oggi alla Farnesina per celebrare i 60 anni della cooperazione europea allo sviluppo. Per quanto riguarda il nostro Paese, Frigenti parla di “una serie di iniziative in Paesi prioritari come Niger, Burkina Faso, Etiopia”. “Sono iniziative di sviluppo – sottolinea – che rafforzano sia la capacità di generare impiego nei Paesi di origine o di transito sia che danno un sostegno ai governi che ricevono questi migranti, perchè non dimentichiamo che il 90% dei migranti del mondo rimane in Paesi in via di sviluppo”.

La domanda successiva della Dire riguarda il rischio che la spesa per la sicurezza e la protezione delle frontiere gravi sul budget destinato a progetti di sviluppo. “Stiamo vivendo un momento che non è di crescita generalizzata dell’economia globale, quindi le risorse fiscali che possono essere investite in attività di questo tipo sono limitate per tutti i Paesi” sottolinea Frigenti, commentando le parole del ministro degli Esteri ivoriano, Marcel Amon Tanoh, che aveva parlato poco prima di lei invocando un nuovo impegno, anche economico, da parte dell’Unione per lo sviluppo africano. “C’è una concentrazione di crisi umanitarie senza precedenti e quindi c’è un assorbimento di risorse in attività che competono l’una con l’altra nei budget dei governi” aggiunge il direttore di Aics. “Spero di no ma c’è un rischio, non siamo in una fase di espansione, su questo bisogna essere coerenti e realistici”. (www.dire.it)

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