Libertà di stampa: Rsf, aumentano i Paesi in cui la situazione è particolarmente grave

La classifica annuale di Reporters sans Frontieres (Rsf) sulla libertà di stampa “mostra un aumento del numero di Paesi in cui la situazione della libertà di stampa è particolarmente grave”. Sono ora 21 i Paesi dove la situazione è “molto grave” in termini di libertà, tre in più dell’anno passato, 51 quelli che vivono una situazione “difficile”. In generale, in due terzi dei 180 Paesi presi in esame sono aumentate le limitazioni a questa libertà. A contribuire, la “banalizzazione degli attacchi contro i media” insieme al “trionfo di uomini forti che fanno vacillare il mondo nell’era della post-verità, della propaganda e della repressione, in particolare nelle democrazie”: è quello che è successo nei Paesi in cui dominano forme diverse di autoritarismi. Nell’elenco di Rsf: Donald Trump, Jaroslaw Kaczynski, Viktor Orbàn, Recep Erdogan e Vladimir Putin. Anche “l’ossessione per la sorveglianza e la violazione del segreto sulle fonti” ha macchiato la reputazione di Paesi considerati virtuosi, come gli Stati Uniti (al 43° posto), il Regno Unito (40°), o la Nuova Zelanda (13°). La Norvegia guida ora la classifica, avendo superato la Finlandia, scesa, dopo sei anni, al terzo posto a causa di pressioni politiche in questioni di conflitti d’interesse. La Svezia è salita di 6 posizioni, passando al secondo posto grazie agli sforzi compiuti per tutelare giornalisti minacciati. Nella top-ten ci sono anche Danimarca, Paesi Bassi, Costa Rica, Svizzera, Giamaica, Belgio e Islanda.

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