Iraq: patriarca Sako, “il martirio è un impegno d’amore, non è un’ideologia o uno scopo”

(dall’inviato Sir a Rimini) – “Il martirio non è un’ideologia o uno scopo, come pensano i jihadisti musulmani, è un impegno d’amore”. Lo ha affermato questo pomeriggio il patriarca caldeo di Baghdad, Louis Raphaël I Sako, presiedendo la celebrazione eucaristica che ha concluso la terza giornata della 40ª Convocazione nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo in svolgimento a Rimini. Nella sua omelia, Sako ha osservato che in Iraq “in quanto minoranza, siamo continuamente di fronte a difficoltà e sacrifici, ma siamo coscienti che essere cristiani non è una scelta facile”. “Essere cristiano davvero vuol dire incorporarsi in Cristo per essere suo testimoni e ciò significa se necessario il martirio”, ha proseguito, rilevando che “il martirio è una realtà vissuta nella vita quotidiana”. “Spesso mi chiedono: ‘Non ha paura?’. Non ho mai avuto paura – ha confessato -, sono pronto. Sono un consacrato, cioè uno che dà tutto senza condizioni o esitazioni. Io ho dato tutto e sono pronto per tutto”. “In Iraq – ha aggiunto – si capisce che la fede non è una questione ideologica, o una speculazione filosofica ma una realtà mistica”. “La fede è un incontro personale con Cristo che ci conosce, ci ama e a lui ci doniamo totalmente”, ha continuato il patriarca, sottolineando che “per lui bisogna andare sempre oltre, fino al sacrificio”. “Il martirio è l’espressione assoluta della fedeltà a questo amore”. Sako ha voluto ricordare alcuni martiri dei nostri giorni: i due giovani sacerdoti, padre Thàir Saad e padre Boutros Wassim, uccisi nella cattedrale siro-cattolica di Baghdad nel 2011 per aver detto ai terroristi: “Uccidete noi, ma lasciate liberi questi nostri fratelli”. O padre Raghed, ucciso a Mosul. “Questi preti sono un esempio, un modello di cui bisogna parlare”, ha ammonito Sako.

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