Diocesi: card. Betori (Firenze) ai nuovi sacerdoti, “resistere alle lusinghe dell’approvazione sociale e al dominio del pensiero unico”

“Il ricorso all’inganno per attirare alla conversione, utilizzando mezzi impropri per catturare il consenso, e la falsificazione del messaggio evangelico, mitigandone le esigenze e oscurandone l’autenticità”. Queste, secondo il cardinale arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, le due “possibili derive” da cui i presbiteri devono guardarsi. Ieri pomeriggio, nell’omelia in cattedrale per l’ordinazione sacerdotale di Elia Carrai e Marco Galati (Seminario arcivescovile), e di fr. Pierre-Emmanuel Sékulic (Fratelli delle fraternità monastiche di Gerusalemme – Badia fiorentina), Betori ha tra l’altro commentato il monito di Paolo ad “agire con coraggio secondo verità, rifiutando di soggiacere all’approvazione degli uomini, per rispondere con coerenza solo a Dio”. Temi, ha osservato, “di particolare urgenza per i ministri del Vangelo nel nostro tempo, in cui occorre con forza resistere alle lusinghe dell’approvazione sociale e al dominio comunicativo del pensiero unico”. “Essere preti – ha spiegato l’arcivescovo ai tre neosacerdoti – vuole dire incontrare il Signore crocifisso e risorto, accogliere da lui una pienezza di vita che è adempimento delle attese più profonde del vostro cuore, entrare in comunione con lui mediante la conformazione della vostra esistenza allo Spirito di Dio, che vi fa strumento di riconciliazione per gli altri”. Al centro del Vangelo “sta questo mistero di riconciliazione del mondo con il Dio della misericordia”. Ma lo Spirito Santo, “che opera tutto questo, non è una semplice risorsa che vi viene affidata, bensì un principio di vita nuova, che deve dare forma all’intera vostra esistenza, così che – ha concluso – diventi un’esistenza secondo lo Spirito”.

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