Preghiera per i “nuovi martiri”: Karl A. Schneider (figlio di Paul), “noi tutti, anche oggi, facciamo troppi compromessi. Mio padre è rimasto fedele solo al Signore”

“Mio padre è stato assassinato nel 1939 nel campo di concentramento di Buchenwald perché per lui gli obiettivi del nazionalsocialismo erano inconciliabili con le parole della Bibbia”. Durante la preghiera per i “nuovi martiri” nella basilica di San Bartolomeo all’Isola Tiberina, a Roma, alla presenza di Papa Francesco, è iniziata così la testimonianza di Karl A. Schneider, figlio di Paul Schneider, pastore della Chiesa Riformata, ucciso il 18 luglio 1939. “La Chiesa – ha osservato Karl A. Schneider – ha il compito di vigilare sullo Stato. Con questa convinzione mio padre si è opposto con forza ad ogni tentativo di influenzare politicamente la Chiesa. Si è impegnato perché il popolo tedesco conservasse un orientamento cristiano nello Stato e nella società”. Secondo il figlio di Paul, “noi tutti, anche oggi, facciamo troppi compromessi, ma mio padre è rimasto fedele unicamente al Signore e alla fede. È stato un pastore e una guida spirituale. Anche nel campo di concentramento! Fino alla fine, ogni volta che gli era possibile, nonostante le torture e le sofferenze, ha gridato con coraggio dalla feritoia della sua cella nel bunker le parole di consolazione e di speranza della Bibbia agli altri prigionieri”. Per questo, ha ricordato Karl, “viene chiamato anche il ‘predicatore di Buchenwald’”. E, ha aggiunto il figlio, “non ha dimenticato noi, la sua famiglia. In una lettera dal campo di concentramento, conservata in questa chiesa, mio padre afferma con forza la sua fede nella vittoria pasquale della vita e scrive di sapere che anche mia madre, io, i miei fratelli e le mie sorelle siamo sotto la protezione di Dio. Le parole di mia madre, anche quando era molto anziana, sono state: ‘Lui è stato scelto per annunciare il Vangelo e questa è la mia consolazione’”. “Io, come figlio, sento questa consolazione fino ad oggi”, ha concluso.

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