Diocesi: Perugia, inaugurata la mostra “Migranti. La sfida dell’incontro” aperta fino al 1° maggio

Nella Sala delle Colonne della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia è stata inaugurata, nel pomeriggio di ieri, la mostra dal titolo “Migranti. La sfida dell’incontro” organizzata dalla diocesi perugino-pievese e dalla Consulta diocesana delle aggregazioni laicali con il patrocinio del Comune di Perugia, dell’Università degli Studi e dell’Università per Stranieri di Perugia. Presenti diversi richiedenti asilo provenienti da Paesi asiatici e africani, soggiornanti nel capoluogo umbro in strutture di accoglienza della Caritas e di organizzazioni laiche. La mostra, suddivisa in cinque sezioni con immagini, testi e brevi video, è fruibile gratuitamente presso la Sala della Cannoniera della Rocca Paolina di Perugia fino al prossimo 1° maggio (con orario 11-20), aperta anche a scuole e gruppi grazie a volontari, membri di diverse aggregazioni laicali, che curano un servizio di visite guidate (per info e prenotazioni consultare il sito: mostre.diocesi.perugia.it). All’inaugurazione sono intervenuti il cardinale Gualtiero Bassetti, il sindaco di Perugia Andrea Romizi, il rettore dell’Università per Stranieri Giovanni Paciullo, e Farhad Bitani, educatore, ex ufficiale dell’esercito afghano, autore del libro “L’ultimo lenzuolo bianco. L’inferno e il cuore dell’Afghanistan”.
I vari interventi hanno toccato diversi aspetti del fenomeno immigrazione, richiamandosi spesso all’azione di Papa Francesco avviata sin dall’inizio del suo pontificato. Il cardinale Bassetti ha ricordato che il Pontefice, “a partire dal suo primo storico viaggio a Lampedusa, è riuscito a influenzare notevolmente il dibattito mondiale sulle migrazioni, contribuendo a portare in prima pagina una serie di notizie che prima erano un po’ occultate o marginalizzate nelle pagine di cronaca dei quotidiani. Parlare di migrazioni oggi, infatti, non significa più far riferimento solamente a dei fatti cronaca, ma, all’opposto, significa parlare addirittura di storia della salvezza. Ad una storia, cioè, in cui la presenza di Cristo è rintracciabile nella carne sanguinante dei rifugiati e dei migranti”.

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