Vocazioni: mons. Cornacchia (Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi), “il vero educatore non deve dare soluzioni, ma porre interrogativi”

“Siamo in un’epoca in cui si ha paura di diventare padri-madri, per cui vi sono molti figli orfani di genitori viventi” e “il vero accompagnatore vocazione deve aiutare a sognare, a rischiare la propria vita”. Lo ha detto questa mattina mons. Domenico Cornacchia, vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, nell’omelia della messa celebrata in occasione dell’ultima giornata del seminario Cei sulla direzione spirituale svoltosi a Gallipoli. Il vescovo ha indicato tre verbi ai padri spirituali – “stare”, “contagiare” e “testimoniare” – ricordando che “la pianta cresce se il contadino sta accanto ad essa”: “Sono certo, però, che se l’amore non esagera, non lo è affatto. Nella misura in cui si è traboccanti, si è contagiosi ed autentici. Non solo bisogna essere, bisogna sembrare e bisogna che gli altri se ne accorgano”. “Il vero educatore-padre spirituale non deve dare soluzioni – ha concluso -, ma porre interrogativi”.

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