Gasdotto Tap: tornano le barricate a San Basilio di Melendugno. Blitz notturno dopo il “sì” del Tar del Lazio

La notizia della sentenza del Tar del Lazio che ha rigettato il ricorso della regione Puglia contro il ministero dell’Ambiente che aveva autorizzato l’espianto degli ulivi lungo il tragitto del gasdotto Tap, com’era prevedibile, non ha lasciato indifferente il fronte “No Tap”. La sospensiva del Giudice amministrativo di due settimane fa, aveva illuso gli attivisti che già nella scorsa notte in 30 o 40 sono tornati in località “San Basilio” dove hanno eretto barricate con materiale di risulta reperito nei pressi della zona, per impedire l’accesso al cantiere dei mezzi pesanti necessari all’espianto degli ulivi. “Durante la notte – scrive Tap in una nota diffusa oggi – sono ripresi i lanci di pietre contro le guardie giurate che presidiano il cantiere Tap a San Basilio di Melendugno. Sono stati divelti altri pannelli in orsogrill della recinzione ed erette barricate lungo le strade di accesso. La zona è al momento raggiungibile solo a piedi”. Nelle prime ore della mattinata si sono aggiunti altri circa 300 manifestanti e sono arrivate sul posto anche le Forze di Polizia. Non si registrano al momento scontri ed episodi di tensione nonostante l’incertezza che regna anche circa l’organizzazione dei due concertoni “No Tap”, previsti a San Foca per il 25 aprile e il 1° maggio, e che rischiano di saltare: dalla riunione di coordinamento delle Forze di Polizia tenutasi ieri sera nella Prefettura di Lecce cui hanno partecipato anche il sindaco di Melendugno, Marco Potì, e il presidente della Fondazione “Notte della Taranta”, Massimo Manera, responsabile dell’ente incaricato dalla regione Puglia per il concerto del 25 aprile proprio per sensibilizzare sulla vicenda del gasdotto, sono emerse non poche perplessità soprattutto in merito alle recenti prescrizioni ministeriali anti-terrorismo necessarie per far svolgere l’evento. La decisone è per ora stata rimandata alle prossime ore.
La sentenza del Tar del Lazio, dunque, ha riacceso gli animi degli attivisti che da settimane ormai chiedono la chiusura del cantiere e protestano contro lo “scempio” ai danni di un territorio a forte vocazione turistica proprio grazie alle sue bellezze naturali: il mare e l’entroterra rurale. Non a caso, il governatore Michele Emiliano, in un commento a caldo nel quale ha annunciato il ricorso anche alla Corte Costituzionale affinché si esprima sulla partecipazione della Regione all’iter decisionale e nel merito della irrinunciabile valenza indentitaria rispetto ad un’“infrastruttura strategica – sono parole del Giudice amministrativo – di preminente interesse per lo Stato” e ha invocato giustizia: “È ingiusto – ha dichiarato il presidente della Regione – che la Tap approdi in una delle spiagge più belle d’Europa e che si debbano costruire chilometri di gasdotto sotto il più grande giardino d’ulivi d’Italia”. Il sindaco di Melendugno si è invece appellato ancora una volta al “buon senso” della società Tap “chiedendo di evitare l’inutile sacrificio di questi ulivi anche se per la maggior parte è stato già perpetrato”.

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