Diocesi: mons. Todisco (Melfi), “il mio unico desiderio è dedicare alla missione tutte le mie energie”

“Anche se mi sono sforzato di vivere il ministero episcopale con spirito missionario, dopo l’esperienza di 21 anni prima in Canada e poi in Colombia, il desidero di tornare in missione diventava ogni giorno sempre più impellente. I continui inviti rivolti ai nostri sacerdoti di spendere alcuni anni del loro ministero, in Svizzera o in America Latina, dove scarseggia il clero, testimoniano la mia particolare attenzione a un problema che è di capitale importanza per la Chiesa: annunciare il Vangelo a tutti, specialmente ai lontani”. Mons. Gianfranco Todisco, in una lettera alla diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa, spiega i motivi che lo hanno spinto a chiedere a Papa Francesco, di ritornare in “terra di missione”. Oggi, in contemporanea, la Sala Stampa vaticana e al Palazzo vescovile di Melfi è stato annunciato che il Pontefice ha accolto la rinuncia di mons. Todisco a vescovo. Il presule da oggi e fino all’ultima settimana di giugno sarà amministratore apostolico della diocesi.
In una lettera a Papa Francesco, datata 7 novembre 2016, mons. Todisco si è messo a nudo: “Non ho mai sognato né desiderato questo incarico. L’ho accettato, perché ho sempre visto nelle decisioni dei superiori la volontà di Dio”. Al Pontefice ha anche fatto presente che nel tempo aumentava la sua “inquietudine” di “tornare in missione, anche da semplice presbitero”. “Sono disposto ad andare ovunque ella riterrà opportuno inviarmi, anche nelle sedi più lontane e disagiate, nelle ‘periferie’ della Chiesa che continuamente ella ci ricorda di non trascurare”, ha scritto a Papa Francesco, che dopo un primo biglietto, ha chiamato a Todisco chiedendogli se era ancora disposto a partire: “La mia risposta fu sì. Vi lascio immaginare l’emozione ma anche la gioia di tornare in missione”, precisa nella lettera alla diocesi il presule, che vuole sgomberare il campo da possibili equivoci: “Qualcuno potrebbe pensare che, dietro questo mio desiderio di tornare in missione, si nasconda qualche altra motivazione legata a difficoltà, insoddisfazioni o desiderio di ‘cambiare aria’. Nulla di tutto ciò. Il vero e unico motivo della mia richiesta a Papa Francesco è stato sempre lo stesso: dedicare alla missione tutte le mie energie che, nonostante l’età, sono ancora buone e possono ancora fare tanto bene”.

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