Pasqua 2017: mons. Gardin (Treviso), “ci renda donne e uomini per gli altri”

“L’aprirci al Risorto generi in noi una fiducia, una speranza, una sete di bene capace di resistere di fronte ad ogni prova; e la vita scaturita dal suo donarsi ci renda donne e uomini ‘per gli altri'”. È quanto scrive il vescovo di Treviso, monsignor Gianfranco Agostino Gardin, nel messaggio alla diocesi in occasione della Pasqua. Parlando del “Messia umile”, il vescovo si sofferma sullo “stile di Gesù, lo stile di Dio” anche nella Risurrezione: Gesù infatti “non si rende sempre facilmente riconoscibile”. Questo perché “non vuole schiacciarci con l’evidenza; non vuole imporsi con prove tali da far apparire ottuso o in mala fede colui che non crede”. Gardin richiama “la vicenda dei due discepoli di Emmaus”, “scelta come testo biblico che accompagna il nostro cammino sinodale”. “Gesù si fa accanto a due persone deluse e amareggiate, eppure capaci di grandi speranze”, osserva il vescovo, evidenziando che “assomigliano a tanti di noi che faticano a trovare un senso alla vita, o che accumulano esperienze di insoddisfazione, di travaglio e di dolore”. “Come Chiesa diocesana, attraverso il cammino sinodale, stiamo tentando di accorciare le distanze tra Gesù e le nostre persone, le nostre comunità, il nostro modo di essere suoi discepoli oggi. E questo – conclude mons. Gardin – anche accogliendo il suo stile e facendo nostra la sua attenzione, mite e rispettosa, verso tutti coloro che la vita ci pone accanto e ci fa incontrare”.

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