Via Crucis al Colosseo: tredicesima stazione, la “dolcezza”, dopo “la violenza degli uomini omicidi”

“La dolcezza è ritornata nel luogo del supplizio”, dopo “la violenza degli uomini omicidi”. Con queste parole Anne-Marie Pellettier interpreta l’episodio della deposizione, narrato nella tredicesima stazione della Via Crucis. Sotto lo sguardo di Giuseppe Di Arimatea, di Nicodemo e di “alcune donne che, ostinatamente fedeli, osservano”, Maria “teneramente” riceve tra le sue braccia “il corpo nato dalla sua carne”: “Ormai è un corpo immenso, a misura del suo dolore, a misura della nuova creazione che origina dalla passione d’amore che ha attraversato il cuore del figlio e della madre”. “Nel grande silenzio che è sceso dopo le urla dei soldati, gli scherni dei passanti e i rumori della crocifissione, i gesti ora non sono che dolcezza, carezza di rispetto”, il commento: “Gesù è strappato dalle mani dei suoi uccisori. Ormai, nella morte, si ritrova tra quelle della tenerezza e della compassione. Dolcezza di Dio e di coloro che gli appartengono, quei cuori miti ai quali Gesù promise un giorno che avrebbero posseduto la terra. Dolcezza originaria della creazione e dell’uomo ad immagine di Dio. Dolcezza della fine, quando ogni lacrima sarà asciugata, quando il lupo abiterà con l’agnello, perché la conoscenza di Dio avrà raggiunto ogni carne”.

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