Via Crucis al Colosseo: settima stazione, “il pianto delle donne non manca mai in questo mondo”, come quello di Caterina da Siena ed Etty Hillesum

“Il pianto che Gesù affida alle figlie di Gerusalemme come un’opera di compassione, questo pianto delle donne non manca mai in questo mondo”. Comincia così la meditazione della settima stazione della Via Crucis, in cui l’autrice fa notare che il pianto “scende silenziosamente sulle guance delle donne. Più spesso ancora, probabilmente, in modo invisibile, nel loro cuore, come le lacrime di sangue di cui parla Caterina da Siena”.
“Non che le lacrime spettino alle donne, come se la loro sorte fosse quella di piangere passive e impotenti, dentro una storia che gli omini, da soli, sarebbero tenuti a scrivere”, tiene a precisare Anne-Marie Pelletier, spiegando che i pianti delle donne “sono anche, e innanzitutto, tutti quelli che esse raccolgono, lontano da ogni sguardo e da ogni celebrazione, in un mondo in cui c’è molto da piangere”: “Pianto dei bambini terrorizzati, dei feriti nei campi di battaglia che invocano una madre, pianto solitario dei malati e dei morenti sulla soglia dell’ignoto”, il lungo elenco. E ancora: “Pianto di smarrimento, che scorre sulla faccia di questo mondo che è stato creato, nel primo giorno, per lacrime di gioia, nella comune esultanza dell’uomo e della donna”.
“Ed anche Etty Hillesum, donna forte d’Israele rimasta in piedi nella tempesta della persecuzione nazista, che difese fino all’ultimo la bontà della vita – si legge nel testo – ci suggerisce questo segreto che lei intuisce alla fine della sua strada: ci sono lacrime da consolare sul volto di Dio, quando piange sulla miseria dei suoi figli. Nell’inferno che sommerge il mondo, lei osa pregare così: ‘Cercherò di aiutarti’, gli dice. Audacia così femminile e così divina!”.
“Insegnaci a non passare indifferenti accanto a loro”, la preghiera al Dio “di tenerezza e di pietà, pieno d’amore e di fedeltà”: “Insegnaci a non passare indifferenti accanto a loro. Insegnaci anche, nella notte delle nostre sofferenze, delle nostre solitudini e delle nostre delusioni, ad ascoltare la parola di grazia che tu ci rivelasti sul monte: ‘Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati’”.

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