Via Crucis al Colosseo: prima stazione, Gesù era “una vita in sospeso”, morte risale ai “giorni della sua nascita”

Per capire il mistero della Croce, “dobbiamo avere una memoria ancora più lunga” dell’ultimo tratto di strada compiuto da Gesù mentre saliva a Gerusalemme per la Pasqua. È quanto si legge nella prima stazione della Via Crucis, in cui l’autrice delle meditazioni a proposito di Gesù ricorda che “a partire da Betlemme, dai giorni della sua nascita, Erode aveva decretato che egli doveva morire. La spada degli sbirri del re usurpatore massacrò i bambini di Betlemme. Quella volta Gesù sfuggì alla loro furia. Ma solo per un certo tempo. Già egli non era più che una vita in sospeso”. “Già da molto tempo la causa era decisa. Gesù deve morire!”, scrive Pelletier: “Così pensavano quelli che volevano buttarlo giù dalla scarpata del colle, il giorno in cui, nella sinagoga di Nazaret, Gesù aveva aperto il rotolo proclamando in prima persona le parole del libro di Isaia. Già quando aveva guarito il paralitico alla piscina di Betzatà, inaugurando il sabato di Dio che libera da tutte le schiavitù, le mormorazione si erano gonfiate contro di lui. E nell’ultimo tratto di strada, mentre saliva a Gerusalemme per la Pasqua, il cappio si era stretto, inesorabilmente: egli non sarebbe più sfuggito ai suoi nemici”.

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