Venerdì Santo: p. Cantalamessa, “no al peccato, sì al peccatore”

“La croce è il ‘No’ definitivo e irreversibile di Dio alla violenza, all’ingiustizia, all’odio, alla menzogna, a tutto quello che chiamiamo il male; ed è contemporaneamente il ‘Sì’ altrettanto irreversibile all’amore, alla verità, al bene”. Lo ha detto padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, nell’omelia della celebrazione del Venerdì Santo, presieduta dal Papa nella basilica di San Pietro. “No al peccato, sì al peccatore”, ha proseguito: “È quello che Gesù ha praticato in tutta la sua vita e che ora consacra definitivamente con la sua morte”. “La croce è la proclamazione vivente che la vittoria finale non è di chi trionfa sugli altri, ma di chi trionfa su se stesso; non di chi fa soffrire, ma di chi soffre”, ha spiegato Cantalamessa, facendo notare che “notizie di morti, e di morti violente, non mancano quasi mai dai notiziari serali. Anche in questi ultimi giorni ne abbiamo ascoltate, come quella dei 38 cristiani copti uccisi in Egitto la domenica delle Palme. Queste notizie si susseguono con tale rapidità da farci dimenticare ogni sera quelle del giorno prima”. Perché allora, dopo 2000 anni, il mondo ricorda ancora, come fosse avvenuta ieri, la morte di Cristo? Perché “questa morte ha cambiato per sempre il volto della morte”, la risposta: “Ha dato un senso nuovo alla morte di ogni essere umano”.

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