Venerdì Santo: p. Cantalamessa, “c’è speranza anche per una società liquida come la nostra”

“C’è speranza anche per una società liquida come la nostra!”. Lo ha assicurato padre Raniero Cantalamessa, predicatore della casa Pontificia, nell’omelia della celebrazione della Passione del Signore, presieduta dal Papa nella basilica di San Pietro. “Mutazione” e “frantumazione”, ha spiegato, sono le caratteristiche salienti della nostra “società liquida”, “non ci sono più punti fermi, valori indiscussi, nessuno scoglio nel mare, a cui aggrapparci, o contro cui magari sbattere. Tutto è fluttuante”. Per Cantalamessa, “si è realizzata la peggiore delle ipotesi” che Nietzsche “aveva previsto come effetto della morte di Dio, quella che l’avvento del super-uomo avrebbe dovuto impedire, ma che non ha impedito”: non è vero che “dove nasce Dio, muore l’uomo”, come affermava Sartre, “è vero il contrario: dove muore Dio, muore l’uomo”. Il crocifisso dipinto da Salvador Dalì, per il domenicano, “sembra una profezia di questa situazione”: “Una croce immensa, cosmica, con sopra un Cristo, altrettanto monumentale, visto dall’alto, con il capo reclinato verso il basso. Sotto di lui, però, non c’è la terra ferma, ma l’acqua. Il Crocifisso non è sospeso tra cielo e terra, ma tra il cielo e l’elemento liquido del mondo”. “Questa immagine tragica (c’è anche, sullo sfondo, una nube che potrebbe alludere alla nube atomica), contiene però anche una consolante certezza”, ha concluso Cantalamessa: “C’è speranza anche per una società liquida come la nostra!”.

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