Pasqua 2017: mons. Cipolla (Padova), “le nostre ferite possano aiutarci a cogliere il bello che ci attende”

“Le nostre ferite possano aiutarci a cogliere il bello che ci attende, il bello dell’annuncio di essere cristiani, di essere discepoli della morte, del silenzio e della Risurrezione di Gesù”. È l’augurio formulato da mons. Claudio Cipolla, vescovo di Padova, nel messaggio “Pasqua, annuncio di speranza”. “Stiamo attraversando – scrive il presule – il Venerdì santo, il Sabato santo e la Domenica di Risurrezione, che rappresentano anche percorsi della nostra vita, specie se pensiamo alle tante ferite che segnano la nostra esistenza”. “Delle ferite – riconosce – abbiamo tutti paura, così come ci investono di timore il Venerdì santo e il silenzio del Sabato. Ma è proprio nelle situazioni di fatica, di sofferenza, di dolore, che ritroviamo maggiormente noi stessi e ci scopriamo capaci di pregare, bisognosi di fraternità, di amicizia, di solidarietà. Le ferite sono condizioni che ci portano all’essenziale della nostra vita; sono luoghi ‘sacri’ che ci permettono di cogliere ciò che è importante”. Come il terreno “quando viene solcato si apre e si lascia irrorare dalla pioggia, che lo gonfia e lo rende fertile, così è per le nostre ferite: sono solchi che ci attraversano e che ci aiutano ad accogliere quanto c’è di più buono, di più bello, ciò di cui abbiamo maggiormente bisogno”. “Le nostre ferite – conclude il presule – invocano speranza e ci rendono cercatori di speranza permettendoci così di superare tristezza e mancanza di fiducia. Così è la Risurrezione: un annuncio di speranza che accogliamo nella nostra vita, una parola nuova”.

 

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