Morte Davide Trentini: Gigli (Mpv), “davvero non c’era altra risposta che il suicidio?”

“Davvero per il dolore non c’era altra risposta che il suicidio? Davvero non erano possibili terapie palliative? Davvero non vi era possibilità alcuna di trattamento per la stanchezza del vivere dovuta alla depressione? Davvero quello di Marco Cappato e Mina Welby è il modo più umano per aiutare chi soffre come Davide Trentini? Davvero non abbiamo da proporre nulla di meglio ai circa 70mila malati che in Italia sono affetti da sclerosi multipla? Da neurologo e da parlamentare dico che non è così”. Lo dichiara in una nota Gian Luigi Gigli, presidente del Movimento per la vita italiano, commentando la notizia del suicidio assistito di Davide Trentini in Svizzera, dove è stato accompagnato da  Mina Welby. “Il rispetto per chi ha confuso la scelta di morire con un’affermazione di libertà – prosegue Gigli – non riesce a soffocare la riprovazione per chi può averlo indotto a credere che non vi fosse più dignità nel continuare a vivere. Profondo ribrezzo anche per il cinismo di chi strumentalizza anche il suicidio per imporre la propria visione individualista e libertaria alle residue resistenze di una società che, malgrado tutto, è ancora permeata di una cultura solidale e comunitaria”.

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