Diocesi: mons. Cantafora (Lamezia), “lasciarci lavare i piedi significa lasciarci amare da Dio”

“Un gesto profetico perché anticipa il significato profondo di ciò che accadrà nella croce, ed enigmatico perché è un insegnamento che ci spinge a uscire da noi stessi e a donarsi. C’è il mistero di Dio che abbraccia tutta la nostra umanità. Lavandoci i piedi, ci lava tutto, ci ama fino in fondo. Noi di solito reagiamo, ci opponiamo, resistiamo, viviamo certe umiliazioni come ingiustizia, non ci pieghiamo, non vogliamo adattarci. Siamo profondamente ribelli. Emerge sempre la nostra fatica a interiorizzare il perenne insegnamento della vera Carità. Ma Dio Padre acconsente che suo Figlio Gesù si faccia totalmente dono per gli uomini”. Lo ha affermato ieri sera il vescovo di Lamezia Terme, mons. Luigi Cantafora, nell’omelia della messa in Coena Domini, durante la quale ha lavato i piedi ad alcuni anziani ospiti della casa di riposo “Tamburelli”, a giovani impegnati in diocesi nel volontariato, a un ragazzo con la distrofia muscolare di Duchenne. L’amore che si fa servizio, che manifesta la sua grandezza nella fragilità, nell’umiltà di chi come Gesù si fa servo per amore degli altri, sono stati i temi dell’omelia del presule: “Lasciarci lavare i piedi significa lasciarci amare, accogliere la disponibilità di Dio per noi, ma allo stesso tempo, significa anche che il senso della nostra esistenza è, per tutti e per ciascuno, amare Dio e il prossimo attraverso il dono di sé per il bene dei fratelli e, di sicuro, per il bene anche nostro”.
Le celebrazioni del triduo pasquale nella chiesa lametina proseguiranno oggi con l’azione liturgica della Passione del Signore e l’adorazione della Croce in cattedrale alle 18. Seguirà la processione con la Madonna Addolorata e Gesù morto e a conclusione la Via crucis cittadina, quest’ anno animata da 14 giovani della diocesi.

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