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Card. Bagnasco: “Dio è l’ultima parola sulle vicende umane”

“Gesù evangelizza dalla croce, e il primo a riconoscerlo è un suo compagno di sventura che lo ha osservato forse con iniziale curiosità, ma poi con crescente interesse”. Nell’omelia del Venerdì Santo, il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, parla del “buon ladrone”, crocifisso con Gesù, che guardando a lui ha capito che “non c’è soltanto la violenza, la legge del più forte” perché “in quel condannato abitava un’umanità che avrebbe voluto essere la sua, e che ora – alla fine dei giorni – finalmente gli veniva incontro. Scopriva un nuovo tipo di uomo, che non gioca sui rapporti di astuzia e di prevaricazione, ma che vive la vita – tutta la vita, anche il morire – pacificato, senza odio. Sì, finalmente sapeva che esiste un mondo diverso, un modo di essere uomini bello, attraente, che poteva essere deriso e schiacciato dall’opinione comune, dall’invidia e dalla ottusità del mondo, ma che comunque restava l’unico vero, buono, felice”. “In quest’uomo – ha proseguito il porporato – però, non riaffiora solo l’onestà, la libertà della verità, la scelta del bene, ma, guardando come soffre Gesù e il suo modo di affidarsi a Dio, compie il passo decisivo della fiducia che sfocia nella preghiera”. “Accanto a Gesù e grazie a Lui – ha concluso l’arcivescovo – il ladro riscatta una vita triste e insignificante: la riscatta perché ha visto che è possibile fidarsi, che il bene esiste, che l’innocenza vince anche se battuta; ha visto che Dio è l’ultima parola sulle vicende umane”.

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