Pasqua 2017: mons. Marcianò (Ordinario militare), “Gesù si fa nudo per mostrare l’immagine dell’uomo scritta in ogni corpo violato, ucciso, impoverito, venduto e sfruttato”

“Con il peccato, l’uomo è diventato nudo di una nudità che offende: la nudità dei corpi esposti come bene di consumo, delle donne violate e sfruttate sessualmente, dei bambini abusati e commerciati; la nudità dei fratelli – anche piccoli – sterminati in Siria dal gas nervino o fatti esplodere dalle bombe nelle guerre e negli attacchi di terrore; la nudità dei corpi dei migranti raccolti vivi o morti dai barconi e spesso ammucchiati dinanzi a confini geografici trasformati in barriere e muri insormontabili; la nudità dei feriti e delle vittime di catastrofi generate dalle violente manipolazioni dell’uomo sulla natura; la nudità di chi viene spogliato dai propri beni, dal proprio lavoro, dalla possibilità di assicurare un’esistenza dignitosa a sé e alla propria famiglia”. È quanto scrive l’Ordinario militare per l’Italia, mons. Santo Marcianò, nella sua lettera per la Pasqua diffusa oggi. Per l’arcivescovo si tratta di “una nudità che offende, ferisce e dovrebbe suscitare in noi solo vergogna: che, invece di mostrare la bellezza dell’uomo, testimonia l’orrore di chi calpesta la dignità del fratello”. Anche Gesù “è venuto nudo al mondo. E anche Gesù, sulla Croce, si fa denudare: Lui, che è Dio, si fa nudo per mostrare l’immagine dell’uomo scritta in ogni corpo violato, ucciso, impoverito, venduto e sfruttato. Gesù, sulla Croce, riveste la nudità vergognosa e la porta con sé verso la Risurrezione, restituendo vita e dignità”. “Quante volte anche voi, carissimi militari, soccorrete la nudità umana, cercando di difenderla, di proteggerla, di eliminarla. Vi voglio guardare così, in questa Pasqua – scrive mons. Marcianò – come strumenti preziosi, come mani pietose che, in modi diversi, si chinano sulle nudità umane per rivestirle”. “A volte, lo so, vi sembra troppo poco quanto riuscite a fare per arginare questa umana vergogna; a volte prevale il senso di fallimento, d’inadeguatezza o la stanchezza vi vince ma – aggiunge l’Ordinario – ogni vostro gesto, non dimenticatelo, è fatto come Gesù, con Gesù e per Gesù: è un gesto ‘pasquale’, perché restituisce vita e dignità, perché riconosce, e quasi ‘riscrive’, quell’immagine di Dio che nessuna violazione, nessun orrore, nessuna nudità potrà cancellare dall’uomo e che riveste la vergogna della Croce con la bellezza della Risurrezione”.

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