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Pasqua 2017: il messaggio delle Chiese europee, “vicini ai cristiani perseguitati. Sono un esempio per noi”

“Siamo particolarmente vicini, nelle nostre preghiere, a quei cristiani che sono perseguitati e non hanno la possibilità di celebrare la Risurrezione nella libertà e nella pace. Essi sono il corpo sofferente di Cristo”. Lo scrivono in un messaggio congiunto diffuso per la Pasqua 2017, i responsabili dei due organismi che riuniscono tutte le Chiese cristiane d’Europa: il card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, come presidente del Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa (Ccee), e il reverendo Christopher Hill, vescovo di Guildford (Chiesa d’Inghilterra) come presidente Conferenza delle Chiese europee (Kek). “Sentiamo anche particolarmente vicini nelle nostre preghiere – scrivono i due vescovi – tanti nostri fratelli e sorelle in Cristo, che sono morti per professare la propria fede, così come coloro che continuano a testimoniare e operare per il rispetto reciproco e il dialogo in situazioni pericolose. Sono un esempio per noi. Essi richiamano i cristiani in Europa a essere coraggiosi nella loro fede, e a testimoniare con gioia e convinzione l’amore infinito di Dio. Chiamano i cristiani a stare accanto ai più bisognosi – senza guardare alla loro nazionalità o religione -, ai poveri, ai malati e agli anziani, alle madri e ai bambini, ai carcerati, ai profughi, e a tutti coloro che sono esclusi dalle nostre società”. “La crocifissione – si legge nel messaggio – è una realtà in atto: la vita umana è violata e la creazione viene sfruttata. Attraverso la guerra, l’avidità e l’ingiustizia, la vita è minacciata e viene distrutta. Per troppi, e troppo spesso, il mondo è segnato dalla violenza e dalla paura, ma Gesù Cristo è più forte delle nostre porte chiuse o dei muri nel nostro cuore. Egli ci dice: ‘Pace a voi'”. Nel messaggio i vescovi parlano anche delle “attuali divisioni tra i cristiani” rinnovando “il nostro impegno per il cammino dell’unità” e invitando le comunità cristiane ad essere “una presenza di speranza per un mondo chiamato a riconciliarsi con se stesso e con Dio”.

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