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Papa Francesco: Messa Crismale, omelia “breve, se possibile”. No a “verità astratta” e “falsa commiserazione”

foto SIR/Marco Calvarese

Quando il sacerdote predica l’omelia – “breve, se possibile” – lo fa “con la gioia che tocca il cuore della sua gente mediante la Parola con cui il Signore ha toccato lui nella sua preghiera”. Lo ha detto il Papa, nell’omelia della Messa Crismale, in cui si è soffermato sulle caratteristiche del “lieto annuncio”, “perla preziosa del Vangelo”, che “contiene qualcosa che riassume in sé tutto il resto: la gioia del Vangelo”. Primo monito ai sacerdoti, che oggi rinnovano le loro promesse: l’attenzione ai particolari, perché “sono proprio i particolari più piccoli – tutti lo abbiamo sperimentato – quelli che meglio contengono e comunicano la gioia: il particolare di chi fa un piccolo passo in più e fa sì che la misericordia trabocchi nelle terre di nessuno; il particolare di chi si decide a concretizzare e fissa giorno e ora dell’incontro; il particolare di chi lascia, con mite disponibilità, che usino il suo tempo”. Il lieto Annuncio può sembrare semplicemente un altro modo di dire “Vangelo”, come “buona novella”, o “buona notizia”. “Che nessuno cerchi di separare queste tre grazie del Vangelo: la sua verità – non negoziabile –, la sua misericordia – incondizionata con tutti i peccatori – e la sua gioia – intima e inclusiva”, il monito di Francesco. “Mai la verità del lieto annuncio potrà essere solo una verità astratta, di quelle che non si incarnano pienamente nella vita delle persone perché si sentono più comode nella lettera stampata dei libri”, il primo imperativo. “Mai la misericordia del lieto annuncio potrà essere una falsa commiserazione, che lascia il peccatore nella sua miseria perché non gli dà la mano per alzarsi in piedi e non lo accompagna a fare un passo avanti nel suo impegno”, il secondo. “Mai potrà essere triste o neutro l’annuncio, perché è espressione di una gioia interamente personale: la gioia di un Padre che non vuole che si perda nessuno dei suoi piccoli”, il terzo: “La gioia di Gesù nel vedere che i poveri sono evangelizzati e che i piccoli vanno ad evangelizzare”.

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