Messa crismale: mons. Marino (Savona-Noli) ai sacerdoti, vivere la “fraternità presbiterale fondata nella fede”

“Chiesa come fraternità eucaristica” e “presbiterio come fraternità”. Questi i concetti chiave dell’omelia tenuta ieri sera da monsignor Calogero Marino, nuovo vescovo di Savona-Noli, durante la sua prima Messa crismale nella cattedrale dell’Assunta. “È bello – ha esordito – che la Messa del Crisma non sia la ‘Messa dei preti’ e soltanto la loro festa, ma l’epifania di tutta la Chiesa”. “Si tratta di convertirci: dalla ‘tristezza individualista’ di una vita, magari formalmente religiosa, dove però ‘non vi è più spazio per gli altri e non entrano più i poveri’, alla gioia del camminare insieme”. Di qui l’appello a convertirsi, “a non pensarci come presbiteri isolati e autoreferenziali, ma come presbiterio di fratelli. È ciò che la gente apprezza di più. È questa fraternità presbiterale, fondata nella fede, che ci consente di vivere la nostra dedicazione alla Chiesa di Dio che è in Savona non come un vestito stretto o un dato solo giuridico, ma come esperienza spirituale e perfino affettiva”. Al riguardo il presule si è  soffermato sul celibato sacerdotale: “Un dono grande, ma per nulla scontato e talora crocifiggente” che “ci chiede d’imparare a vivere bene la solitudine, ad abitare e nutrire il nostro mondo interiore e le nostre relazioni”. “Mi pare – ha osservato – ci sia un rapporto indissolubile tra il dono della fraternità ecclesiale e la grazia del celibato presbiterale: mai l’uno senza l’altro!”. In questo orizzonte la fraternità è “luogo di umanizzazione e grembo di un celibato vissuto come possibile e gioiosa pienezza di umanità”.

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