Card. Bagnasco: “separare la carità dalla fede è come separare il ruscello dalla sorgente”

“Separare la carità dalla fede è come separare il ruscello dalla sorgente”. Ad affermarlo è stato oggi pomeriggio l’arcivescovo di Genova, il cardinale Angelo Bagnasco, nell’omelia pronunciata nella Cattedrale di san Lorenzo in occasione della Messa del Giovedì Santo, inizio del Triduo di Pasqua. Il cardinale ha incentrato la sua riflessione “sull’aspetto sacrificale dell’Eucaristia”. “Dio ha mandato il Figlio come vittima – ha proseguito Bagnasco – ha donato la sua vita umana perché il mondo, riscattato dal peccato, avesse la vita divina”. Per questo, “prendere sul serio il peccato significa prendere sul serio l’amore che Dio ha per noi”, ha spiegato l’arcivescovo, evidenziando che “se il senso del peccato è scarso sarà difficile sentire il bisogno di essere salvati, redenti”. Bagnasco ha poi ricordato come “la croce, anticipata dall’Eucaristia, è il vertice della vita fatta dono”. “Partecipare alla divina Eucaristia, entrare nel suo mistero – ha aggiunto – è entrare nella volontà di Dio ogni momento, fidandoci ciecamente di Lui, contando su di Lui, invocando con Gesù il Padre”. “La lavanda dei piedi – ha rilevato – ne è una esemplificazione: prima che essere un atto fraterno, è un atto religioso”. “Gesù ci doni di inginocchiarci davanti ai fratelli, vivendo ogni momento nella volontà di Dio. Sarà allora un atto di culto, un gesto di venerazione, perché – ha concluso – vedremo in ciascuno il volto stesso di Cristo”.

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