Immigrazione: domani presidio a Montecitorio delle associazioni contro decreto Minniti-Orlando

“Un passo indietro sul piano dei diritti e della civiltà giuridica del nostro Paese”. Così le associazioni impegnate nell’accoglienza dei richiedenti asilo o sul tema immigrazione – tra cui Arci, Acli, Asgi, Centro Astalli, Cnca, Comunità nuova, Oxfam, ecc. – giudicano il decreto Minniti-Orlando e il decreto “sicurezza” che saranno domani in fase di conversione in Parlamento. Per questo organizzano domani pomeriggio a Roma (ore 17) davanti a Montecitorio, un presidio di protesta contro “norme di discutibile efficacia” e “impedire la conversione in legge di questi provvedimenti del governo”. Le associazioni hanno evidenziato numerose criticità tra cui “il ruolo dei Centri permanenti per il rimpatrio, nuova denominazione per gli attuali Cie, senza che ne venga modificata la funzione e assicurato il pieno rispetto dei diritti delle persone trattenute”. Viene contestata la procedura unica per le espulsioni, “valida tanto per chi proviene da percorsi di criminalità e lunghi periodi di carcerazione, quanto per il lavoratore straniero privo di permesso di soggiorno” ma soprattutto “l’abolizione del secondo grado di giudizio per il riconoscimento del diritto di asilo” e la “sostanziale abolizione del contraddittorio nell’unico grado di giudizio, limitato da una procedura semplificata (rito camerale) priva del dibattimento”. “In tal modo – precisano – non solo viene violato il diritto di difesa di cui all’art.24 della Costituzione, ma si preclude la valutazione in concreto della persona del ricorrente e del suo eventuale percorso di inclusione sociale ai fini della valutazione sul rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari”. Secondo le associazioni per governare il fenomeno migratorio non bastano “irrealistiche azioni di deterrenza” ma servono “norme che favoriscano i flussi d’ingresso e la permanenza regolare dei cittadini stranieri, contrastando così il lavoro nero e lo sfruttamento”. Perciò chiedono di “aprire corridoi umanitari e aumentare considerevolmente i reinsediamenti”.

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