Funerali Emanuele Morganti: mons. Loppa (vescovo Anagni-Alatri), “imparare a essere custodi della vita”, per non diventare “analfabeti del cuore”

“Non bisogna vergognarsi di piangere davanti alla tomba di un amico, come ha fatto Gesù per Lazzaro”. È l’invito che ha rivolto oggi pomeriggio mons. Lorenzo Loppa, vescovo di Anagni-Alatri, ai partecipanti, nella chiesa di Tecchiena, frazione di Alatri, in provincia di Frosinone, ai funerali di Emanuele Morganti, ucciso ad Alatri fuori a una discoteca. “La violenza – ha sottolineato il presule – può scatenarsi anche per futili motivi. Quando Gesù dice che anche dare agli altri dello stupido o del pazzo con rabbia significa ‘uccidere gli altri’, ci vuole mettere in guardia da sentimenti di inimicizia e ostilità assecondati nel tempo. Abbiamo smarrito uno sguardo alla vita che abbia come punto di riferimento il bene comune e la dignità umana. La nostra è una crisi di civiltà, morale, spirituale: abbiamo un elevato tasso di litigiosità e un rapporto con i poveri non dettato dalla misericordia, ma dal fastidio”. In questo esplodere della violenza, ha aggiunto mons. Loppa, entra in gioco anche “una latitanza nell’educare di istituzioni statali, famiglia, scuola, mezzi di comunicazione sociale, Chiesa. Potremmo fare molto di più. Chiediamoci cosa stiamo facendo per i ragazzi che crescono, come accompagniamo gli adolescenti negli snodi fondamentali della vita”.

Malgrado le difficoltà e i dolori, la speranza non si spegne: “Da cristiani, sappiamo che la forza straordinaria della Pasqua è all’opera per trasformare il mondo. Basta guardare la propria vita con una maggiore generosità, una maggiore responsabilità e una maggiore passione per la felicità condivisa, scegliendo lo stile di Gesù, che è quello della non violenza, che si impara in famiglia. È lì che si impara ad essere servitori e custodi della vita oppure analfabeti del cuore”. Il vescovo ha suggerito “tolleranza zero” verso l’aggressività in tutti gli ambiti. “Noi crediamo che Emanuele viva in Gesù ora, ma anche che il mondo possa essere migliore, non rispondendo alla violenza con la violenza. Il nemico della morte non è la vita, ma l’amore: e l’amore di Dio è più forte di tutto”, ha concluso mons. Loppa.

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