Terra Santa: Gerusalemme, 22 marzo celebrazione ecumenica per la fine del restauro dell’edicola del Santo Sepolcro

Il Santo Sepolcro, Gerusalemme

Completati i lavori di restauro nel Santo Sepolcro. Pellegrini, fedeli e visitatori potranno ammirare la bellezza della tomba di Cristo, priva delle travi di ferro, mercoledì 22 marzo, ore 10, nella basilica, dove è prevista una cerimonia ecumenica per celebrare l’inaugurazione. I lavori hanno avuto inizio a maggio dello scorso anno e in questi giorni, secondo quanto riferito dal patriarcato latino di Gerusalemme, si stanno ultimando alcuni lavori nella parte non visibile del Sepolcro, procedendo al suo consolidamento per prevenire danno in caso di terremoti. Il ricordo dei danni provocati dal sisma del 1927 è infatti ancora vivo. Gli ultimi lavori sul Sepolcro risalgono al 1947, ad opera degli inglesi, che tuttavia non riuscirono a terminarli a causa del mancato accordo tra le tre comunità religiose che gestiscono la basilica, armeni, ortodossi e francescani. Furono gli inglesi, infatti, ad avvolgere con travi di ferro l’edificio per impedirne il crollo. Accordo che è stato raggiunto nel 2016 e salutato dalla custodia di Terra Santa come “un momento storico per la basilica del santo Sepolcro”. L’auspicio è che altri progetti necessari possano trovare accoglimento dalle tre comunità, per il bene della basilica.

Nel corso di un incontro tenuto il 6 marzo a Rodi, in Grecia, in cui è stato presentato l’esito dei restauri dell’edicola co-finanziati anche dalla Grecia, il custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, ha sottolineato “il valore aggiunto di questi lavori rispetto alla pur necessaria opera di consolidamento, restauro e riabilitazione dell’Edicola. Si trattava di intervenire sul luogo in assoluto più importante per tutta la Cristianità, il luogo chiave per interpretare la nostra vita e la nostra storia. Il sepolcro vuoto è il luogo dove anche fisicamente è iniziata una nuova creazione, un mondo nuovo nell’istante di luce in cui Gesù è risorto”. Padre Patton ha poi ripercorso le tappe del processo dei restauri all’edicola del Santo Sepolcro, sottolineando come “all’interno delle tre comunità proprietarie del Santuario si parlava ormai da anni della necessità di intervenire con lavori di restauro, ma bisognava trovare un modo che rispettasse lo Status Quo e vedesse il coinvolgimento e la cooperazione di tutti. La Custodia di Terra Santa, ben consapevole del valore di questo luogo, era favorevole a questa iniziativa e perciò si è adoperata in tal senso”. Questi lavori, ha concluso il custode, hanno “un valore simbolico straordinario e aggiuntivo” e sono “il segno di un importante lavoro di consolidamento, restauro e riabilitazione che riguarda le relazioni tra di noi e tra le nostre comunità”.

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