Istituzioni sanitarie: don Arice (Cei) al Fatebenefratelli Isola Tiberina, “creare un clima umano e umanizzante” per fare un “buon uso delle risorse” e migliorare le “condizioni lavorative”

“Evangelizzare significa ‘portare un lieto annuncio’. Ecco lo sguardo con cui S. Giovanni di Dio guardava il malato: combatteva la malattia con tutte le sue forze, e nel medesimo tempo annunciava ‘al malcapitato uomo’, che sulla strada di Gerusalemme veniva picchiato dagli eventi della vita, l’amore di Dio prendendosi cura di lui concretamente e integralmente. È la sfida di ogni tempo”. Lo ha affermato oggi don Carmine Arice, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei, presiedendo una Messa nella memoria di San Giovanni di Dio all’Ospedale Fatebenefratelli Isola Tiberina, a Roma. Ricordando la Carta di identità dell’Ordine Ospedaliero San Giovanni di Dio, il direttore dell’Ufficio Cei ha evidenziato che, per gli appartenenti all’Ordine Ospedaliero e per i collaboratori, “l’evangelizzazione e l’assistenza integrale della persona malata passano attraverso le ‘opere’, strumento visibile del carisma vissuto incarnato nella storia”. Di qui l’invito: “Guardate con simpatia alle vostre opere e lavorate perché esse siano davvero luoghi nei quali si offre al malato una cura integrale”. E ancora: “Sì, non dimentichiamo le domande fondamentali che aggrediscono con violenza, come la stessa malattia, la persona inferma. La Carta d’identità dell’Ordine non nasconde che ‘il valore e la dignità umana nel dolore, nella disabilità e nella morte sono più frequentemente oggetto di interrogativi e rischiano di essere eclissati'”.

Don Arice ha rivolto all’ospedale un augurio e un auspicio: “L’augurio è che con l’aiuto di Dio possiate superare il difficile momento che state vivendo; l’auspicio è quello che leggo nella Carta dell’Ordine: ‘Occorre investire per creare un clima umano e umanizzante in appoggio al rendimento delle risorse. Nell’ospedale l’impegno a creare un clima umano e umanizzante contribuisce al buon uso delle risorse e al miglioramento delle condizioni lavorative degli operatori sanitari. Essi possono, a loro volta, umanizzando se stessi, aiutare a creare le condizioni più umanizzanti per i pazienti'”. “Fedeli al carisma di S. Giovanni di Dio, che oggi onoriamo e di cui chiediamo l’intercessione e la preghiera, possiate continuare ad essere un dono per la Chiesa e per tutti i malati che curate”, ha concluso.

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