Abolizione Tribunali per minorenni: Avezzù (procuratore capo Brescia), “comprometterebbe l’efficienza del servizio”

“Tribunale e Procura per i minorenni hanno un duplice ruolo: sia penale, quindi nei procedimenti per i reati commessi da soggetti minorenni sia per quanto riguarda il civile, quindi a scopo essenzialmente preventivo, di controllo sulla responsabilità dei genitori, di dichiarazione dello stato di adottabilità in cui c’è uno stato di abbandono, di sancire le adozioni”. Lo spiega Emma Avezzù, procuratore capo della Repubblica, presso il Tribunale per i minorenni di Brescia, in un’intervista a “La Voce del Popolo”, il settimanale diocesano di Brescia, dopo l’appello lanciato dall’Aimmf (Associazione italiana dei magistrati per i minorenni e per la famiglia) per chiedere al Parlamento, impegnato con la legge di riforma della giustizia, di rivedere la scelta di abolire i Tribunali e le Procure per i minorenni. “Secondo il disegno di legge questi Uffici non sarebbero più autonomi, quindi la Procura diventerebbe un gruppo – diciamo teoricamente specializzato della Procura ordinaria – ma che non avrebbe garanzia di esclusività. Dovremmo, quindi, continuare a fare ciò che già facciamo, il che vuol dire quasi 3mila procedimenti civili l’anno e circa 1.300/1.400 penali, dovendoci occupare anche di tutto il resto, quindi del penale ordinario che è poi il lavoro essenziale della Procura ordinaria. Per quanto riguarda i Tribunali per i minorenni, diventerebbero delle sezioni specializzate: qui ci sarebbe una maggiore garanzia di esclusività e anche la garanzia dei luoghi separati, mentre per la Procura non ci sarebbe neanche quello, a differenza di quanto a suo tempo aveva previsto il legislatore. Il Tribunale – ripeto – sarebbe una sezione specializzata che si occuperebbe anche di separazioni, di divorzi in sede centrale, occupandosi anche di quello di cui si occupa adesso, ma senza garanzie di autonomia. Questo, quindi, comprometterebbe l’efficienza del servizio”.
Nella riforma non si tiene conto “del fatto che i minori devono essere trattati necessariamente in una sede separata. La giustizia minorile ha uno scopo essenzialmente preventivo più che repressivo e questo la differenzia dalla giustizia diciamo penale ordinaria, e nella nostra giustizia, per ora, davvero, il fine rieducativo che vuole la Costituzione è il fine principale che noi abbiamo di mira: agire sul singolo soggetto, sulle singole situazioni familiari, possibilmente prevenendo. Diciamo che la giustizia ordinaria ha altri scopi, fini e modalità d’intervento”.

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