Bioetica: Tarzia (Movimento Per), “attacco alla famiglia per rendere più solo l’individuo”

“Il libro non vuole insegnare nulla. Ho raccontato la mia storia che mi ha consentito di avere una visione integrata fra associazionismo, politica e Chiesa. Il testo nasce da un fatto concreto, dall’appello di San Giovanni Paolo II di alzarsi in piedi, perché c’è nel cuore di tutti questa esigenza”. Così Olimpia Tarzia ha presentato il suo libro, “Ci alzeremo in piedi. L’Italia dall’aborto alle unioni civili: il mio viaggio tra passione civile e testimonianza cristiana”, nel pomeriggio alla Camera. Il titolo del volume richiama l’appello che Papa Wojtyla fece a Washington nel 1979 a proposito dell’aborto. “Oggi – ha continuato l’autrice che è anche presidente del Movimento Per (Politica Etica Responsabilità) – una coppia difficilmente può dire di essere libera di progettare una famiglia. Poche donne possono dire di rimanere a casa finché il bambino ha tre anni e poi tornare a lavoro. Le istituzioni devono fare in modo che le coppie siano libere di poter scegliere quanti figli avere. Il problema della denatalità non è più su chi pagherà le pensioni ma quale futuro avranno i piccoli di oggi”. Riguardo al dibattito odierno sull’eutanasia e il fine vita, l’autrice ha definito come “inaccettabile” la “strumentazione politica di casi drammatici che i radicali usarono anche nel periodo dell’approvazione della legge sull’aborto”. Sulla questione utero in affitto, invece, l’autrice ha aggiunto: “Mi aspetto che nessuno parlerà di questa violenza inconcepibile domani in occasione della giornata della donna”. “Ci ritroviamo di fronte a un attacco oggettivo alla vita e alla famiglia. Ma attaccando la famiglia, si rendono più isolati gli individui. E più le persone sono sole più sono facilmente assoggettabili alle spinte del mercato”, ha concluso.

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