Famiglia: Marzotto (Università cattolica Sacro Cuore), “creare occasioni di dialogo” per sanare le ferite

La ritualità, il bisogno del riconoscimento e il rischio. Così Costanza Marzotto, docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, connota i rapporti fra due persone che stanno per separarsi e i figli, nel suo intervento al seminario “Vino e olio sulle ferite”, in corso al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II, a Roma. “Fra genitori e figli – ha spiegato – avviene una rivoluzione. Non essere più accompagnato dal papà per il bambino è una rivoluzione. Poi c’è la tensione anche nei rapporti con le famiglie d’origine perché tanti nonni non riescono a vedere i nipoti per una incomunicabilità con l’ex genero o nuora”. La professoressa, che è anche mediatrice familiare, ha aggiunto che spesso accade che i genitori interpellino i figli quasi fossero coetanei. “Ai figli – ha continuato – viene addossata la responsabilità di soddisfare i bisogni del padre o della madre. Dalle lettere dei bambini abbiamo trovato conferma che le sofferenze sono delle sensazioni che rimangono dentro. Per questo anch’io sottolineo la necessità di creare occasioni per il dialogo”. “Nelle separazioni e divorzi non ci sono vittime e carnefici – ha sottolineato -. I due ex coniugi ci pensano molto e quello di cui hanno voglia è di impegnarsi nell’educazione dei figli”. “L’affido esclusivo a un solo genitore è una condizione pericolosa – ha criticato -. L’affido condiviso è un modo per dare continuità ai rapporti”. La docente ha inoltre parlato dell’esperienza dei Gruppi di parola che dal 2005 organizza insieme ad altri specialisti per la mediazione familiare con lo scopo di aiutare i bambini ad esternare le emozioni attraverso lettere, incontri con i genitori e disegni. “Il percorso di mediazione familiare – ha concluso – non ha l’obiettivo di ricomporre la coppia ma di riorganizzare le relazioni in modo soddisfacente per sé e per i figli”.

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