Incendio al “ghetto” di Rignano: don Pupilla (Caritas San Severo), “sgombero sia affiancato da azioni concrete”

“Se l’azione di sgombero è iniziata bisogna portarla avanti bene offrendo subito un’alternativa. Smantellare il ghetto è solo un primo passo ma serve un’azione sulle aziende agricole per eliminare le intermediazioni dei caporali, che sono solo l’anello debole di un sistema che ha parecchie complicità, anche con la criminalità organizzata”. Lo afferma al Sir don Andrea Pupilla, direttore della Caritas diocesana di San Severo, nel cui territorio è avvenuto il rogo nel “ghetto” di Rignano Garganico, che ha provocato la morte di due uomini del Mali. La Caritas di San Severo, in accordo con la Regione, sta collaborando nell’accoglienza di 54 migranti sgomberati dal ghetto di Rignano in una struttura gestita dalla Protezione civile. “Nel ghetto c’era prostituzione, spaccio di stupefacenti, era una vergogna nel nostro territorio che durava da decenni – spiega -. Sullo smantellamento siamo tutti d’accordo tranne i migranti, che purtroppo si adeguavano a vivere in quelle condizioni pur di lavorare. L’azione complessiva è complicata perché bisogna preparare la cittadinanza che non riesce a fare le adeguate distinzioni. Ci sono alcune formazioni politiche che gettano benzina sul fuoco accusando i migranti, specialmente dopo alcune rapine avvenute nei giorni scorsi a San Severo. Il sindaco è stato ricevuto di recente dal ministro dell’interno a questo proposito. Bisogna affrontare bene entrambe le emergenze, quella della sicurezza e la situazione al ghetto di Rignano”.

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