Simposio Ccee giovani: card. Angelo Bagnasco, “sono il futuro di questo continente antico ma non spento”

(dall’inviata Sir a Barcellona) – “I giovani sono il futuro di questo continente antico ma non spento” e “scommettere sul futuro significa aiutare i giovani ad aver fiducia, a credere nell’Unione europea, e, ancora prima, nell’identità del continente. Crederci fortemente, con realismo e con speranza, poiché siete voi i più veri protagonisti di questo cammino e della missione che ha l’Europa”. Lo scrive il card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa, in un messaggio inviato e letto questo pomeriggio a Barcellona, in apertura del Simposio europeo sui giovani dal titolo: “Camminava con loro. Accompagnare i giovani a rispondere liberamente alla chiamata di Cristo”. Sono 275 i partecipanti al Simposio, delegati di 35 Conferenze episcopali europee che lavorano in 5 ambiti pastorali diversi: giovani, catechesi, vocazione, scuola, università. È la prima volta che si tiene un simile incontro a livello europeo, quattro giorni di riflessione e confronto in vista anche del Sinodo dei vescovi che nel 2018 ha messo a tema la questione giovanile.

Il card. Bagnasco (che arriverà a Barcellona giovedì) nel messaggio fa riferimento all’udienza che venerdì scorso Papa Francesco ha avuto con i capi di Stato. “Parlando del progetto europeo – annota -, Sua Santità si è soffermato a lungo sulle radici evangeliche cristiane che hanno ispirato il cammino intrapreso sessant’anni fa da popoli e nazioni desiderosi di costruire una casa comune, uno spazio dove è al centro la persona umana e la sua dignità, che trova nel Vangelo il suo fondamento migliore e la sua garanzia più certa”.

I delegati delle Conferenze episcopali europee hanno messo al centro del loro simposio a Barcellona il tema del cammino. “Camminare insieme è possibile ed è più bello”, prosegue Bagnasco. “È anche necessario in un mondo sempre più globalizzato, dove dividerci significa perdere la strada. Questo vale per l’Unione europea che deve guardare avanti con fiducia e con serietà, considerando anche le difficoltà del presente, ma con molta fiducia, riscoprendo e approfondendo le radici spirituali e culturali dell’Unione e del continente europeo. Questo vale per tutte le componenti della realtà europea, a cominciare naturalmente dai giovani che sono il futuro della vita”.

Sessant’anni – precisa –  “sono una bella esperienza, ma sono anche pochi, sono una continua giovinezza” e “l’Europa ha la prospettiva di una nuova giovinezza, non di un’inevitabile vecchiaia”. Ma – avverte il presidente del Ccee – “il suo successo dipenderà dalla volontà di lavorare ancora una volta insieme e dalla voglia di scommettere sul futuro” e, come ha detto il Papa, ciò significa aprirsi ai giovani “offrendo loro prospettive serie di educazione, reali possibilità d’inserimento nel mondo del lavoro”. Nel messaggio Bagnasco ricorda anche che l’Europa si fonda sul rispetto della “dignità della persona umana” e su un’antropologia globale e integrale, dove “la sacralità e l’inviolabilità della vita sono il cuore, e così la libertà dell’uomo, la responsabilità di ciascuno”. E conclude: nel secolo scorso, “l’Europa ha conosciuto le possibilità drammatiche di una tecnologia che, quando viene sganciata dalla dimensione etica e razionale, può rivoltarsi contro l’uomo”.

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