Caritas: card. Turkson, soluzioni a crisi “insoddisfacenti, non inclusive o inaccettabili”

(dall’inviata Sir a Castellaneta) – Sembra essere lungo il cammino per raggiungere un autentico sviluppo umano integrale per il bene dell’umanità, così come vorrebbe la Chiesa: i rischi che derivano dal contesto storico attuale di crisi conducono a “soluzioni insoddisfacenti, non inclusive, non integrali”, solo “per alcuni”, “per sintomi” o “inaccettabili da un punto di vista etico”. Lo ha detto stamattina il cardinale Peter Turkson, presidente del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, nella sua relazione al 39° Convegno nazionale delle Caritas diocesane in corso da ieri fino al 30 marzo a Castellaneta (Ta). Il tema dello sviluppo umano integrale è proprio al centro dell’evento, che riunisce oltre 500 delegati da 155 diocesi. Il card. Turkson ha ripercorso tutto il magistero pontificio, le posizioni dell’Onu in materia e gli Obiettivi di sviluppo del millennio, ma ha osservato che le “misure necessarie per dare soluzione ai problemi”, mettendo al centro “la crescita economica fine a se stessa” e “senza limiti” e non “l’uomo e tutti gli uomini”, non affrontano i problemi, “non si va alla radice”. “Questa visione – ha sottolineato – sembra spiegare la nascita del concetto poco convincente di green economy. Continuare il solito business ma dipingendolo di verde. Rispettare la natura quel tanto che basta per non mettere in difficoltà i profitti”.

“Non si arriva alla radice dei problemi che imperversano in alcune società, dove si abortisce e ci si suicida – ha affermato -. Pensare che in alcuni Paesi, molto bravi negli indicatori dello sviluppo e della crescita, la gente si suicida e crolla la natalità, mentre nei Paesi più poveri la gente si attacca alla vita e, con i soldi che non ha e con i bambini, si butta nelle barchette per attraversare l’acqua verso un futuro migliore”. In questo modo, ha proseguito, “non si arriva alla radice dei problemi ciclici, strutturali, che sembrano racchiudere certe zone nella povertà, nella violenza, nei conflitti attorno alle risorse naturali”. Ad esempio, ha fatto notare, tra gli Obiettivi di sviluppo adottati nel settembre 2015 “si parla di salute riproduttiva come diritto ma questa terminologia non è stata adottata per l’acqua” perché “c’è che si è opposto ad approfittare della nuova agenda dello sviluppo per sancire il diritto umano all’acqua”.

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