Migrazioni: Medu e #NotMyEurope, “chi sbarca e proviene da Libia è come reduce da guerra”

“Gli uomini, le donne e i bambini che sbarcano sulle coste italiane si trovano in una condizione simile a coloro che sono reduci da una guerra. Se è difficile intervenire per fermare le atroci violenze che si consumano lungo le rotte africane, certamente è possibile, necessario e urgente ripensare le politiche migratorie europee mettendo al centro le persone e la dignità umana”. Lo afferma oggi Medici per i diritti umani, che insieme a tante altre organizzazioni parteciperà sabato 25 marzo alle 15.30 sulle rive del “Mar Tevere”, sotto Castel Sant’Angelo a Roma alla manifestazione #NotMyEurope. L’evento è organizzato per chiedere ai leader europei riuniti per celebrare i 60 anni dei Trattati di Roma “una Europa più umana e accogliente verso chi fugge da guerre, persecuzioni e povertà”. “Non farlo rappresenterebbe, a 60 anni dalla sua nascita, la sconfitta più grave e irreversibile del sogno europeo”, precisa Medu, che assiste con i suoi operatori anche i migranti appena sbarcati.  “Oltre il 90% dei migranti provenienti dall’Africa sub-sahariana è stato vittima di violenza estrema, di tortura e di trattamenti inumani e degradanti nel Paese di origine oppure lungo la rotta migratoria, ed in particolare in luoghi di detenzione e sequestro in Libia”, ricorda: “Nove migranti su dieci hanno dichiarato di aver visto qualcuno morire, essere ucciso, torturato o gravemente percosso. Nei fatti, il centro di questo mostruoso sistema di violenza è oggi la Libia, un enorme campo di sfruttamento e di morte per i migranti”.

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