Cei: Consiglio permanente, “ritrovarsi nella cultura del Mediterraneo e prestare più attenzione a chi cerca di attraversarlo”. “No” a tutte le mafie

“Ritrovarsi nella cultura del Mediterraneo e, quindi, prestare più attenzione a chi cerca di attraversarlo”. È l’invito dei vescovi italiani all’Unione europea, mentre ci si appresta a celebrare il 60° anniversario dei Trattati di Roma, “in un clima appesantito da movimenti populisti e spinte disgreganti”. “Rilanciare il cammino intrapreso”, l’esortazione contenuta nel comunicato finale del Consiglio permanente della Cei, in cui i vescovi indicano l’anima del nostro Continente “nell’ispirazione originaria – spirituale – dei padri fondatori e la condizione nel concepirsi come casa dei popoli e delle Nazioni, evitando omologazioni di pensiero e di tradizioni”. “La Chiesa italiana tale responsabilità continua a viverla in prima fila”, assicurano i presuli: “Nelle migliaia di progetti di formazione e sviluppo sociale che – grazie ai fondi dell’otto per mille – sostiene nei Paesi impoveriti; nella politica dei corridoi umanitari, che intende incrementare con il coinvolgimento di parrocchie, diocesi, Congregazioni religiose, Caritas e Migrantes; nell’accoglienza e nell’integrazione di quanti dimostrano di voler coniugare domanda di futuro e impegno a operare per il bene comune”. Su questo fronte, il Consiglio permanente ha espresso “la volontà di costruire rapporti più significativi e continuativi con le Chiese del Nord Africa e, più in generale, dei Paesi di provenienza dei migranti”. I vescovi, inoltre, manifestano “particolare vicinanza ai pastori e alle comunità delle regioni maggiormente interessate da fenomeni mafiosi: nella consapevolezza che questi non conoscono frontiere, ribadiscono l’impegno per la giustizia e la legalità, patrimonio comune che porta a rigettare ogni forma di malavita organizzata”.

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