Bulgaria: elezioni anticipate domenica 26 marzo, si prospetta un parlamento frammentato

Domenica 26 marzo in Bulgaria si vota per eleggere i 240 membri del parlamento unicamerale. Le elezioni anticipate arrivano un anno prima della scadenza naturale del mandato a causa delle dimissioni dell’ex premier Borissov, dovute alla sconfitta alle elezioni presidenziali del candidato del suo partito conservatore Gerb. Nella corsa per il Parlamento bulgaro partecipano 13 partiti, 9 coalizioni e 21 comitati, in totale 4.732 candidati. Numerosi le promesse in campagna elettorale che riguardano l’aumento dei redditi dei bulgari che rimangono il Paese più povero nell’Ue: la pensione media è di 100 euro al mese, lo stipendio medio circa 400 euro. Tra i temi dominanti la campagna elettorale emergono patriottismo e nazionalismo, citati da tutti i candidati. All’inizio della settimana la coalizione dell’Unione patriottica ha bloccato la frontiera con la Turchia in segno di protesta contro i bulgari di origine turca, residenti in Turchia che arrivano per partecipare al voto. I principali concorrenti al voto sono Gerb, partito dell’ex premier Boyko Borissov, e i socialisti guidati da Cornelia Ninova, rinvigoriti dopo la vittoria alle elezioni presidenziali. Secondo i sondaggi, i due soggetti riceveranno risultati quasi pari, collocando i socialisti attorno al 27% e Gerb al 26%. Seguono i “patriottici” con l’11%.

Il partito della minoranza turca, in genere sempre terzo nelle competizioni elettorali, per la prima volta si presenta indebolito dopo la scissione interna: il vecchio soggetto – Dps sarebbe quarto con circa il 10% dei consensi, mentre la formazione nuova conta soprattutto sui voti dei bulgari in Turchia, godendo dell’appoggio di Erdogan. Nel Parlamento bulgaro entrerà anche una nuova formazione, capeggiata dall’imprenditore farmaceutico Mareski, accreditato del 9,6% dei voti. Rimane incerto se la destra, nel frattempo divisasi in tre nuove formazioni, riuscirà a superare la soglia del 4% per entrare in parlamento. L’interrogativo principale legato a queste elezioni secondo i politologi però non è legato tanto al vincitore, quanto a chi sarà in grado di formare una coalizione al governo. Stando ai sondaggi si prospetta un parlamento frammentato e la coalizione dovrà includere almeno 4 partiti. Le possibilità sarebbero due: Gerb con i “patriottici” e il Blocco riformista oppure i socialisti con il partito dei turchi. Tali interrogativi rimbalzano in Europa, anche perché la Bulgaria dal 1° gennaio 2018 dovrà assumere la presidenza di turno del Consiglio dei ministri Ue. Nel frattempo nel Paese cresce l’euroscetticismo e aumentano le tendenze ad avvicinarsi alla Russia.

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