Annuncio: mons. Semeraro (Albano), “occorre passare da una pastorale del fare e dei servizi ad una pastorale della relazione”

“Occorre passare da una ‘pastorale del fare’ e ‘dei servizi’, ad una ‘pastorale della relazione’”. Lo ha affermato questa mattina il vescovo di Albano, monsignor Marcello Semeraro, intervenendo al seminario di studi “Evangelii gaudium: annuncio e catechesi” promosso dalla Commissione episcopale per la dottrina della fede della Cei. “È una stagione, la nostra, che ci domanda una sorta di transumanza pastorale, dove le nostre azioni ecclesiali sono più esplicitamente modulate sulle esperienze di vita delle persone e sui loro passaggi vitali”, ha osservato Semeraro, aggiungendo che “è in tale contesto che si apre lo spazio alla pastorale generativa, ossia una pastorale che genera alla fede avendo a cuore prima di tutto le persone, cercando di raggiungerle nelle dimensioni degli affetti, del lavoro e del riposo, delle fragilità, della tradizione e della cittadinanza”. Superando la “pastorale organizzativa”, quella che “corrisponde a un modello di parrocchia legato al fenomeno dell’appartenenza di massa al cristianesimo”, secondo Semeraro occorre giungere ad “una pastorale parrocchiale, più in concreto, che abita nei diversi ‘territori’ di vita della gente per comprenderne le domande e le possibilità di annuncio del Vangelo”. Per il vescovo di Albano, “una pastorale che genera alla fede non s’interessa prima di tutto della salvaguardia dell’istituzione e delle sue strutture” ma “e stanno a cuore anzitutto le persone”.

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