Abusi su minori: Ippolito (Italia), questura e diocesi di Foggia insieme in un progetto di prevenzione

“Dobbiamo raggiungere i bambini a scuola, nelle parrocchie e nelle associazioni prima che vengano raggiunti dai pedofili, per insegnare loro a distinguere le carezze buone da quelle cattive, spiegando che se qualcuno li fa sentire a disagio non è colpa loro e che possono chiedere aiuto senza vergognarsi”. Nasce da qui il progetto illustrato oggi da Giovanni Ippolito, direttore tecnico capo psicologo della Polizia di Stato (Questura di Foggia), al seminario sulla protezione di minori in corso all’Università Gregoriana. “I bambini a rischio abuso – spiega – sono facilmente riconoscibili anche da insegnanti ed educatori perché sono quelli che non ricevono adeguate attenzioni in famiglia – ‘trascurati’ nell’abbigliamento e nella cura di sé, spesso senza merenda – e quindi più vulnerabili e facilmente ricattabili”. Partendo da questa esperienza sul campo ha preso il via tra il 2009 e il 2010 il progetto di prevenzione della pedofilia, dei maltrattamenti e per il contrasto alla pedo-pornografia on line, al bullismo, alla dipendenza da internet, realizzato presso scuole, parrocchie e centri di aggregazione giovanile della provincia di Foggia con la collaborazione della diocesi. “Insegnanti, educatori e catechisti – osserva Ippolito – sono interlocutori privilegiati delle giovani vittime ma devono essere formati adeguatamente per intervenire e fare da mediatori con gli organi competenti, qualora se ne ravvisasse la necessità”. “I bambini incontrati sono 2.485; 12 le segnalazioni di comportamenti anomali – quali il toccarsi parti intime o fare domande persistenti sul sesso – ricevute dalle insegnanti”. L’impegno della Questura di Foggia, attraverso l’utilizzo di “schede visive”, è rivolto ad insegnare ai minori a riconoscere situazioni di rischio tenendo conto che oltre il 70% dei pedofili è un familiare o un conoscente.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Mondo

Informativa sulla Privacy