Riforma di Lutero: p. Ardura (Santa Sede), “non è stato l’unico ad aver avvicinato il popolo alla Bibbia”

Lutero, ha detto il Papa, ha avvicinato il popolo alla Parola di Dio. “È vero, ma non in senso esclusivo”, ha fatto notare padre Bernard Ardura, presidente del Pontificio Comitato di scienze storiche, durante il “Meeting point” con i giornalisti in Sala Stampa vaticana per presentare il convegno internazionale di studio organizzato dal Pontificio Comitato di scienze storiche, in occasione del V Centenario della Riforma luterana (1517-2017) sul tema: “Lutero 500 anni dopo. Una rilettura della Riforma luterana nel suo contesto storico ecclesiale”, in programma nella Sala Conferenze dell’Istituto di Maria SS.ma Bambina (Via Paolo VI, 21 – Roma) dal 29 al 31 marzo. “Nel periodo di Lutero – ha affermato l’esperto – c’erano tanti che invocavano la presenza della Parola di Dio: gli statuti sinodali del vescovo di Lorena, nel XVI secolo, sono stati ad esempio i primi a sancire che il dovere del sacerdote è l’evangelizzazione, che consiste nell’essere annunciatore della Parola di Dio. Non ha aspettato Lutero per dirlo”. “La Parola di Dio è stata sempre presente nella storia della Chiesa”, ha osservato Ardura: “Dopo il Concilio, questa presa di coscienza si è accresciuta rispetto alla liturgia, ma già ai tempi di Lutero c’erano comunità che offrivano questa possibilità”, come dimostra, in Spagna, la pubblicazione della Bibbia in sei lingue, ai tempi del cardinale Jiménez, e dunque prima di Lutero. La differenza tra Chiesa luterana e Chiesa cattolica, ha ricordato Ardura, sta nel fatto che “per Lutero esiste la sola Scrittura, mentre per la Chiesa cattolica esiste la rivelazione della Scrittura e la rivelazione letta, compresa e insegnata nella tradizione della Chiesa, dai Padri fino ad oggi”. La Chiesa cattolica, inoltre, “insiste molto sull’altra fonte della vita cristiana, che sono i sacramenti e in particolare l’Eucarestia”. “Non dobbiamo solo ricevere, ma anche portare qualcosa agli altri”, ha concluso Ardura: “La nostra tradizione, che è un patrimonio vivo”.

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